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114 – Pensieri e parole intraducibili: Audio automatically transcribed by Sonix

114 – Pensieri e parole intraducibili: this mp3 audio file was automatically transcribed by Sonix with the best speech-to-text algorithms. This transcript may contain errors.

Cubo:
Felicità è tenersi per mano, andare lontano, la felicità. È il tuo sguardo innocente in mezzo alla gente, la felicità, è restare vicini come bambini, la felicità, felicità. Paolo e Luca, ehm volete che vada avanti? Perché la so tutta, eh! Qual è la vostra risposta affermativa?

Paolo:
Luca fai tu che, io, a me vien da ridere, come si suole dire. Vai, vai!

Luca:
Guarda, per la felicità di tutti, diciamo che, che va bene così, continuiamo dopo.

Cubo:
Fantastica! Allora va bene, iniziamo a parlare, basta cantare. Ciao a voi due e ciao a tutti gli italiani veri che ci ascoltano.

Luca:
Ciao a tutti!

Paolo:
Ciao a tutti, ben ritrovati. Max, ma perché sei così felice?

Cubo:
Ma, sono felice perché è tornata a trovarci Linda, del podcast Pensieri e Parole. Ciao Linda, bentornata!

Linda:
Ciao a tutti, sono contentissima di essere qua. E Massimo, non mi aspettavo questa entrata e non sono rimasta un attimo sorpresa dalle tue doti canore.

Cubo:
Eh, lo so, ma ormai apro così e sembra che piaccia eh! O meglio, non è che abbia fatto proprio un vero e proprio sondaggio e quindi l'avevo già detto eh, nell'ultimo episodio dove eri stata ospite, quello sui nomi italiani, che mi vengono gli "occhi a cuoricino" quando ci sei tu e quindi oggi sono felice. E, Linda, ho ascoltato i tuoi ultimi podcast, ne hai fatto anche uno di servizio, molto interessante, dove racconti tutto quello che fai e hai detto che sei stata un po' assente, anche se sinceramente io ho visto sempre dei begli episodi pubblicati. Quindi come mai sei stata assente? Raccontacelo.

Linda:
Grazie! Eh, sono diventata mamma per la seconda volta da tre mesi, quindi non si dorme, tra un pannolino e l'altro riesco a pubblicare qualche episodio ogni tanto però, beh, tutto bene insomma. Sono contenta infatti di ritornare perché è da un po' che non registro con qualcuno e sono contenta che siate voi i primi amici con cui registro.

Paolo:
Beh, complimenti Linda. Innanzitutto brava! Mamma per la seconda volta è una cosa molto importante in Italia, visto che ogni tanto ci parlano del deserto demografico e quindi stai contribuendo positivamente. Complimenti!

Linda:
Grazie.

Cubo:
E tra l'altro, Luca anche e Paolo, dovete sapere che ero lì, lì come sempre per scrivere a Linda come va, è nato, è nata? E poi come al solito non scriviamo, almeno io, sai quando si dice: "Ah, ah ti stavo per scrivere" e invece mi ha scritto Linda, dicendo che in una rivista molto famosa tedesca, che si chiama Adesso, un lettore ha consigliato i nostri due podcast e quindi è stato davvero un piacere ricevere il messaggio di Linda per sentirla, ma anche per, per questa notizia che, che non ci aspettavamo.

Linda:
Conrad, il lettore si chiama Conrad.

Cubo:
Ah! Bene!

Linda:
Possiamo ringraziarlo?

Cubo:
Eh, grazie Conrad, davvero.

Paolo:
Grazie Conrad!

Cubo:
E quindi complimenti a tutti noi! Anche a Luca che ormai... Luca, eh... non c'è il due senza il tre, è il terzo episodio di fila che registri, quindi ormai sei diventato della squadra.

Luca:
Ma io sono l'ultima ruota del carro.

Cubo:
Ma, no, no! Linda devi sapere che poi lui è quello che ha copiato più di tutti le trascrizioni avanzate, perché adesso noi le avevamo preso spunto da te, adesso le realizza Luca per noi ed è bravissimo, eh, Linda ancora grazie per lo spunto. Tra l'altro l'ultima volta avevo detto nell'episodio, "questa la tagliamo", quando ho detto che abbiamo copiato da te e colei che ci fa l'edit l'ha proprio tagliata poi, io volevo fare anche la battuta e...

Linda:
Va bene dai.

Cubo:
Tra l'altro Linda tu le metti a disposizione con la tua newsletter, giusto? Hai una newsletter?

Linda:
Bravo! Oh, ma ascolti bene i miei episodi, Massimo, bravo! Non ho più i social da un po' e ho una newsletter, quindi se volete iscrivetevi.

Cubo:
Poi, a proposito di ascoltatori, diamo il benvenuto al nostro nuovo patron, Paolo chi è?

Paolo:
Allora benvenuto Sergey, che ci regala una bella pizza Margherita.

Cubo:
E Sergey ci lascia anche un messaggio: "Ciao, grazie per aver fatto un podcast così eccellente. Ascolto i podcast da Toronto in Canada. Mi scuso per l'italiano così limitato". Non scusarti, il tuo italiano è perfetto Sergey e migliorerà ancora grazie a noi e grazie a Luca e le sue trascrizioni avanzate. "Vi ascolto usando Google Podcast, grazie per le istruzioni delle trascrizioni, ancora una volta grazie per il podcast".

Paolo:
Sergey, sei veramente bravo! Grazie ancora per la tua pizza.

Luca:
Grazie Sergey, benvenuto!

Cubo:
E tra l'altro, Paolo e Luca, Linda nel suo episodio di servizio ha detto una cosa bellissima, che abbiamo il privilegio, come un po' come ha fatto Conrad, ok di leggere i messaggi dei nostri ascoltatori che ci scrivono. E Linda ne abbiamo tanti in comune, lo sappiamo, ce l'aveva detto anche Deborah, una nostra ascoltatrice che conosce anche Luca, che ha fatto un viaggio in Italia con la scuola, che dice un po' che ci compensiamo, eh, l'ho riascoltato quel messaggio, Linda dice, non lo so, è molto più tranquilla, invece, Paolo, ha detto che noi eravamo un po' più caciaroni insomma, facevamo questi discorsi da italiani veri.

Luca:
Siamo complementari.

Cubo:
Siamo complementari.

Linda:
Perfetto! Bello, no?

Cubo:
Sì, è bellissimo.

Linda:
Un giorno ci troveremo tutti a una cena offerta da Massimo insomma!

Cubo:
Assolutamente, assolutamente offro io con la quota di Paolo che...

Paolo:
Certo, certo ma io sono assolutamente disponibile Linda e Luca contento di spendere la mia quota che Massimo insomma metterà a disposizione e magari anche per un apericena, perché no.

Cubo:
Apericena! Paolo, mi stai anticipando l'argomento dell'episodio?

Paolo:
Allora, vade retro, sto zitto.

Cubo:
Va bene, no? Hai fatto bene a tirarlo fuori. Abbiamo trovato questo articolo su Geopop.

Paolo:
Sì.

Cubo:
Che si chiama "Parole italiane intraducibili in altre lingue". Di fatto sono parole che non sono traducibili con una sola parola, ma richiedono magari più parole o una frase. E con l'occasione vi chiedo, ma voi conoscete questo sito Geopop? Tu, Paolo lo conosci?

Paolo:
No! Francamente no, non lo conosco.

Cubo:
E tu Luca?

Luca:
Allora devo dire che io lo conosco, ho già guardato qualche video. È un sito, un canale che troviamo anche sui social e Geopop appunto, si occupa più della geologia, quindi parlava sicuramente della terra, dell'energia, dei vulcani, dei terremoti, però visto anche che faceva cose in generale sulla fisica e adesso scopro, con un po' di sorpresa, che in realtà si occupa anche di queste cose, di parole italiane.

Cubo:
Parole italiane sì, e io lo conosco da poco, ti dirò che ultimamente, Linda, anche alla macchinetta del caffè in ufficio salta spesso fuori questo Geopop. Mi ricordo che un collega mi diceva che avevano fatto un video bellissimo, ahimè, sulla tragedia di quel sottomarino del Titanic che era andato a cercare di vedere il Titanic e avevano spiegato molto bene l'implosione, cos'è l'implosione. E quindi dice che un sito fatto molto bene e hanno anche un podcast quindi lo sconsigliamo assolutamente, Linda, devono ascoltare solo i nostri due giusto? No, e invece lo consigliamo. E quindi una di queste parole che Paolo ci ha anticipato è "apericena" che tu hai ben trattato perché davvero Linda l'hai detto nell'episodio di servizio che te li prepari gli episodi, ma si vede che c'è una preparazione incredibile, davvero complimenti, e avevi usato anche tu la parola apericena.

Linda:
Sì, e mi chiedevo che cosa direbbe mia nonna se la invitasse a un apericena.

Cubo:
Io lo so cosa direbbe, più che altro cosa farebbe...

Linda:
Cosa farebbe?

Cubo:
Lo chiedo a Paolo. Strabuzzerebbe gli occhi! Paolo, Paolo, dicci cosa vuol dire strabuzzerebbe gli occhi.

Paolo:
Allora, strabuzzare gli occhi, fonte Wikipedia: aprire gli occhi in modo tale che sembrano uscire dalle orbite per terrore o per meraviglia.

Cubo:
Tra l'altro avevamo cercato prima su Treccani, sembrava avesse solo un significato un po' negativo, invece, anche per sorpresa, me lo confermate? Diciamo la vostra sensazione, Luca e Linda.

Linda:
Sì, un po' sorpresa. Io direi, sì.

Luca:
Ma sì.

Cubo:
Sì, ok.

Luca:
Sì, sì.

Cubo:
E quindi questo apericena cos'è? Linda, la prima parola che Geopop ci consiglia?

Linda:
Quindi apericena, un po' come forse possiamo immaginare, è l'unione di aperitivo e cena. Quindi, chi di noi ama la vita in Italia conosce l'aperitivo che è questo momento, no? Prima di cena, in cui si mangiucchia qualcosa mentre si beve, di solito, un qualcosa di alcolico, un calice di vino, una birra, eccetera, prima della cena. Ovviamente l'apericena è l'unione delle due cose. Quindi che cosa significa? Penso che sia nata come tradizione, un po' al nord Italia, in cui si offriva durante l'aperitivo un, diciamo, un rinfresco, qualcosa di più abbondante, quindi un buffet di solito, in cui poi si poteva anche cenare alla fine dei conti e quindi oggi è comune andare a fare apericena, quindi approfittare di questo aperitivo abbondante per cenare anche.

Cubo:
Eh sì, Paolo e Luca, voi fate qualche apericena ogni tanto, o...

Paolo:
Beh, io tutte le sere Max, apericena a gogò, come si suole dire.

Cubo:
Ah, ok! E Luca?

Luca:
E io invece non sono gran tipo da apericena, perché per me poi apericena significa che più tardi hai ancora fame. Quindi in realtà non ho cenato molto.

Cubo:
Sì, come dice Linda, è una cosa forse nata forse più al nord e mi verrebbe da dire diventata un po' tipicamente italiana. Io, quando vengono a trovarmi dall'estero e andiamo per un apericena, noi diciamo un aperitivo, ma poi di fatto gli stranieri rimangono stupiti dalla quantità di cibo che c'è sul bancone del bar e quindi appunto, e ci permette di cenare. E quindi stranamente, anche se una cosa che non lo so se è per giovani la fa anche Paolo, quindi va bene.

Paolo:
Sì grazie Max, perché ti ringrazio e ti abbraccio sempre per le tue parole affettuose.

Cubo:
Beh, poi Milano Paolo è un po' il posto degli aperitivi.

Paolo:
Beh sì, ci sono tanti posti, anche molto belli, uno che mi viene in mente, che ogni tanto frequento è alla Triennale...

Cubo:
Ah!

Paolo:
Cioè il terrazzo della triennale è in un posto molto grazioso, di fronte a un parco, dove tu puoi vedere tutta la skyline di Milano.

Cubo:
Perfetto Paolo, siamo invitati come abbiamo detto prima, siamo invitati, Linda!

Paolo:
Assolutamente, potremmo proprio fare lì l'apericena, per esempio.

Linda:
Creato l'evento.

Cubo:
Visto che paga Paolo porta i due bambini, tuo marito, la nonna famosa...

Paolo:
Certo!

Cubo:
Così glielo facciamo vedere e Luca ovviamente viaggio pagato da Ascoli.

Luca:
Perfetto.

Cubo:
Comunque Linda, devi sapere che a proposito di età, è venuto fuori un aneddoto negli ultimi episodi, no.

Linda:
Ok!

Cubo:
Che io e Luca siamo i Fantastici due, sai un po' invece dei Fantastici quattro, no, perché parlando di un episodio Luca, che è giovane, dice: "A letto sono fantastico", ok? E io invece che sono un po' più vecchio dico: "Fantastico, sono a letto!". Era venuto in un altro episodio. E tu, e tu ti chiederai Paolo? E Paolo? Paolo non c'era in quell'episodio. Paolo, fantastica! Eh, vabbè, così me l'ero preparata, era bella. E va bene, andiamo avanti.

Paolo:
Andiamo avanti.

Cubo:
L'avete capita?

Paolo:
Però è graziosa eh, devo dire che è molto graziosa.

Cubo:
Va bene...

Paolo:
Molto graziosa!

Cubo:
Paolo, Fantastica.

Linda:
Ma le inventi tu o le trovi da qualche parte?

Cubo:
No, eh... questa l'ho inventata, la parte finale l'ho inventata io.

Paolo:
È una settimana che mi rompe le scatole e dice voglio registrare, voglio registrare, voglio registrare. Eh, va bene, eccola.

Cubo:
Possiamo interrompere l'episodio dopo questa barzelletta. Va beh, che non è una barzelletta tra l'altro dicevamo eh, almeno per quanto riguarda la parte di Paolo. Allora andiamo avanti, qual era l'altra parola? Ce la dici tu, Luca?

Luca:
L'altra parola era "rocambolesco", rocambolesco è una parola che trae la sua origine da un personaggio francese, Rocambole, come si pronuncia Max? Non lo so, io non, non conosco il francese.

Cubo:
Rocambole, mi verrebbe da dire, però lo chiederemo ai nostri ascoltatori francesi.

Linda:
Rocambole.

Cubo:
Linda quando parli francese io sai, sono un po' come, come Gomez.

Linda:
No, qua è Google traduttore, che mi dice Rocambole.

Luca:
È questo personaggio che era, un personaggio appunto, un protagonista dei, di romanzi avventurosi, ok? Quindi rocambolesco indica appunto qualcosa di incredibile, avventuroso, straordinario, ok?

Cubo:
Ok, con, con colpi di scena mi verrebbe da dire, eh Paolo? Fammi un esempio dai.

Paolo:
Ti faccio un esempio? La sua fuga dalla prigione è stata rocambolesca, ha scavato un tunnel con una forchetta da cucina e si è nascosto in un camion di patate.

Cubo:
Bella questa!

Paolo:
Incredibile!

Cubo:
Mamma mia, più rocambolesca di così non potevi inventarti.

Paolo:
Eh beh, certo, con la forchetta da cucina, soprattutto.

Cubo:
E... ebbene, Paolo ma invece, conosci qualche persona un po' "menefreghista"?

Paolo:
Allora, ah! Menefreghista è bellissimo! Devo dirti la verità più quando si è giovani, io magari dico una cosa proprio personale, cioè mi ricordo che c'erano dei personaggi quando ero più piccolino, che erano proprio dei menefreghisti. Il menefreghista è una persona che si disinteressa di tutto e di tutti, cura praticamente soltanto i propri interessi.

Cubo:
Ma sì, magari da piccoli con i nostri genitori quando ci chiedono di fare alcune cose, abbiamo un atteggiamento un po' menefreghista, diciamo così. Potrebbe essere un esempio. Me lo passate Luca e Linda?

Linda:
Sì, anche se forse ha una proprio un'accezione un po' più negativa, un menefreghista, proprio una persona che si disinteressa anche delle cose comuni.

Luca:
Che ha anche poca sensibilità in generale, cioè il suo fregarsene delle cose, poi ha un effetto anche sulle persone che sono intorno, quindi è proprio negativo, perché non riguarda solo la persona menefreghista, ma anche ciò che lo circonda in qualche modo.

Linda:
Bravo, vero! Magari una persona, ad esempio, che butta la spazzatura per strada.

Cubo:
E che quindi si disinteressa dell'ambiente è un menefreghista rispetto alle appunto...

Linda:
E ne frega proprio come ha usato bene Luca, infatti arriva proprio da questo verbo fregarsene proprio a un, un senso negativo. Non diresti sei un menefreghista a un amico se non lo stai criticando.

Cubo:
Ah, giusto! L'articolo che poi citeremo nelle trascrizioni avanzate ci dice che c'è un equivalente in francese, ma come dicevo, non è una parola unica, ecco, noi abbiamo questo vantaggio. Poi, io ho trovato che mi piace "gattara", io è una parola che sentivo da tanto tempo, però non avevo mai ragionato bene sul significato. Poi un amico mi ha presentato una sua amica dice, lei è una gattara, io gli ho detto ma, ma cosa fa la gattara? Cosa fa? Eh Paolo cosa fa la gattara? Dai, dimmelo tu.

Paolo:
Max la gattara è un amante dei gatti, no? Che quindi riserva loro tanto tempo e li accudisce, qualunque tipo di gatto, tra l'altro anche, magari anche e soprattutto i randagi.

Cubo:
Sì, mi verrebbe da dire, chiedo a Linda e Luca, proprio quelli randagi. Questa amica che mi avevano presentato lei proprio li raccoglieva dalla strada, li nutriva, li allevava, mi viene quasi da dire, e li teneva con sé, per poi magari regalarli a qualcuno che appunto gli chiedeva di avere un gatto. Quindi è una donna che ama i gatti e si prende cura di loro. Tra l'altro mi viene in mente un qualcosa che non è nell'articolo che è fare la gattamorta, eh! Vi piace questa? L'avete mai sentito?

Linda:
Eh, qui c'è tutta una sfumatura, però, perché la gatta morta ovviamente è molto negativo verso la donna e invece il, l'equivalente maschile, però qua dovremmo fare un episodio a parte, è tipo com'è? C'è un equivalente maschile che però è positivo.

Luca:
Il, il cascamorto?

Linda:
Cascamorto può essere.

Cubo:
Quando qualcuno corteggia un po' tutte sì e fa il brillante.

Linda:
Secondo me la gattamorta ha una cosa di sensualità e di corteggiamento, no? Fare la gattamorta.

Cubo:
È magari quando una donna ha un atteggiamento volutamente inoffensivo che spinge gli altri ad abbassare le proprie difese, magari significa manifestare interesse verso un uomo, corteggiandolo in maniera anche vistosa, poco elegante. Quindi andiamo a scegliere ancora un paio di parole, eh, luca se è un "pantofolaio"?

Luca:
Ma non direi, non direi. Mi piace uscire, mi piace fare attività di vario genere, quindi non rimango a casa in pantofole a godermi il dolce far niente tipico italiano.

Cubo:
Paolo lo sappiamo, va a fare gli apericena, quindi non è un pantofolaio.

Paolo:
Certo.

Cubo:
E quindi Luca, spiegami il significato di essere pantofolai.

Luca:
Ma il pantofolaio, la parola viene appunto da pantofola, quindi l'indumento tipico per rimanere a casa e indica proprio una persona pigra, che non ha voglia di fare nulla e ama la comodità di casa, quindi rimane per giornate, magari anche dentro casa, sul divano a non fare nulla fondamentalmente.

Linda:
Stavo pensando che esiste anche la parola poltrone, sei un poltrone! Mi è venuto in mente adesso ed è un po' simile, però forse un po' negativo. Sei un poltrone, cioè stai sempre sul divano, in poltrona, forse?

Cubo:
Sì, magari il pantofolaio è proprio qualcuno che ama stare a casa, mentre il poltrone è qualcuno proprio, anche qua, se vogliamo dargli un significato un po' negativo e qualcuno pigro, ecco.

Luca:
Il poltrone è più versatile, il pantofolaio è solo a casa, il poltrone esporta questa sua cosa in ogni situazione.

Paolo:
È vero, è vero, cavoli. Il poltrone può essere dovunque, anche a l'apericena, può essere un poltrone, quindi.

Linda:
Che bello un poltrone in apericena.

Paolo:
Cioè non ti alzi neanche per andare a prenderti da mangiare, sei un poltrone.

Cubo:
Paolo, ma, eh, in poltrona ti può venire qualcosa di particolare, magari stando troppo in poltrona o fare il pantofolaio?

Paolo:
Beh sì, un bel abbiocco.

Cubo:
È una cosa che ti viene la sera, al pomeriggio, durante tutta la giornata, giusto?

Linda:
Soprattutto dopo aver mangiato tanto.

Paolo:
Sì, è un momento particolare, no? Finisci di pranzare, magari hai pranzato davvero in maniera abbondante, non hai fatto quindi l'apericena.

Cubo:
A me ragazzi viene l'abbiocco spesso quando sono in macchina e guido di sera ok, quando guida qualcun altro anche mi viene un bel abbiocco e anche in treno mi devo dire.

Paolo:
Quindi cominci a sbadigliare Max anche?

Cubo:
Comincio a sbadigliare.

Paolo:
E poi dopo cosa fanno? Ti si chiudono anche le palpebre?

Cubo:
Assolutamente. Strabuzzo gli occhi, o meglio, li stropiccio e mi addormento. Soprattutto in treno.

Paolo:
Ah, ecco, non ti prendi a ceffoni per svegliarti?

Cubo:
No, Allora, se proprio vuoi saperlo, un dentista, quindi non so se ha parlato, diciamo per suo interesse, mi ha detto che, per diciamo abbassare un po' la, l'effetto del, dell'abbiocco quando guidi e del colpo di sonno, bisogna masticare una cicca perché i centri del sonno sono vicini a quelli della masticazione.

Paolo:
Quindi masticando tu dici che non ti abbocchi, così?

Cubo:
È un buon suggerimento.

Paolo:
Ah ho capito.

Cubo:
No, io ho provato funziona, funziona, per mezz'ora lui dice perché poi c'è assuefazione.

Linda:
Mi piace questo termine perché mi viene proprio in mente il momento esatto in cui stai per addormentarti e quindi è particolare e forse non ha davvero una vera e propria traduzione, quel momento lì in cui inizi un po' a vacillare e ma non sei ancora addormentato, è un po' al limite, no?

Cubo:
Esatto, mi vien da dire, raga... appunto che, che lo diciamo ragazzi vado perché mi sta venendo l'abbiocco, magari quando chiudiamo una cena, una serata con gli amici, giusto? Va bene come utilizzo? Luca me lo approvi?

Luca:
Sì, assolutamente! Quando ti stai arrendendo alle braccia di Morfeo, proprio stai andando.

Linda:
Una cosa interessante secondo me sono anche i verbi che poi usiamo. Mi viene l'abbiocco, mi prende l'abbiocco, come una cosa che ti arriva no?

Cubo:
Che non puoi quasi neanche prevedere, mi vien da dire. E va bene, ci sono altre parole che non abbiamo trattato. Invitiamo i nostri ascoltatori e quelli di Linda andare a leggere questo bell'articolo di Geopop e quindi ragazzi, prima che vi venga l'abbiocco vi saluto e Linda grazie ancora di essere stata tra noi.

Linda:
Grazie mille.

Luca:
Ciao! Ciao a tutti.

Paolo:
Ciao Luca, ciao Max.

Cubo:
Ciao. Ciao a tutti. Eh, però vi volevo raccontare una cosa. Linda, no, a proposito di viaggi in treno no. Allora c'è praticamente un signore, Luca anche Paolo lo racconto anche a loro, che è qui, appunto un po' sdraiato, ok? Sul sedile del treno, con le scarpe e i piedi sull'altro sedile, allora arriva il controllore e gli dice: "Ma, ma scusi, ma cosa sta facendo? Ma lei a casa sua sta con i piedi sul divano?", eh, e come si dice e il viaggiatore gli dice: "Ma scusi, ma adesso lei a casa sua controlla i biglietti del treno?"

Cubo:
Va bene? Era più bella quella che Paolo fantastica.

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