33 – Il latino vero con Michela parte 3

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Michela ci sei mancata tantissimo! E adesso che sei tornata, vogliamo un nuovo episodio sui termini latini!

Nel frattempo, aggiorniamo i nostri ascoltatori sul sesso del nascituro… è una bimba! Così Michela, che ha già un bel maschietto, Alessandro di tre anni, farà “la coppia” (cioè avrà sia un figlio maschio sia una figlia femmina).

L’ha saputo solo ora che è al settimo mese, perchè durante l’ecografia morfologica del quinto mese, in cui si vedono bene tutte le forme del bimbo e in cui solitamente si scopre il sesso del nascituro, la bimba non si era “mostrata”! Il termine morfologica deriva dal greco morfos appunto forma. Il piccolo Alessandro per ora non sembra entusiasta, ma non si può dire che sia rimasto amorfo (senza forma, senza un’opinione rispetto a qualcosa) alla notizia dell’arrivo di una sorellina…anzi…pare si stia organizzando per sbarazzarsene! Ma Michela da ottima educatrice ci sta lavorando e confida nel tempo ancora a disposizione prima del lieto evento perché Alessandro “scenda a più miti consigli” ( accondiscenda alla novità, rinunci alla sua posizione).

Come nella parola “amorfo”, la a all’inizio di una parola ha valore di privazione, ad esempio il termine asintomatico significa senza sintomi, apatico significa senza pathos, cioè senza passione, senza interessi, quindi ancora amorfo.

C’è un’espressione latina che Cubo usa spesso: Conditio sine qua non: cioè “condizione senza la quale non si può procedere in un’operazione” (l’equivalente dell’italiano “se e solo se”). Un esempio? Cubo aveva trovato un concorso x podcast emergenti in cui il vincitore poteva accedere ad un corso di formazione, visto che la domanda era da presentare in inglese, Cubo ha chiesto aiuto a Kevin il quale gli ha detto che il concorso era riservato ai soli conduttori di colore. Essere di colore è quindi una “conditio sine qua non” quindi Cubo deve desistere dal partecipare.

Una bella espressione latina che usiamo è “dulcis in fundo” letteralmente “il dolce in fondo”. Deriva dall’antica abitudine di concludere il pranzo con un dolce, ma viene usato metaforicamente per esprimere una cosa bella che arriva alla fine, magari anche inaspettatamente o per sottolineare che anche se quello che viene detto è alla fine di un discorso, non è meno importante del resto, anzi il finale può riservare il meglio! Per esempio un evento, una festa che si concludono con ha una sorpresa! Un pò l’equivalente dell’inglese “last but not least” cioè “ultimo, ma non per importanza”.

C’è un’altra locuzione latina che ha lo scopo di sottolineare una cosa importante alla fine di un discorso, usata esclusivamente nello scritto, è il P.S. (post scriptum cioè “dopo lo scritto”)è una breve aggiunta, un ultimo appunto, a conclusione di una lettera già firmata o, più in generale, di un qualunque messaggio scritto, inclusi SMS e posta elettronica. Il testo del post scriptum, di norma, è preceduto dall’abbreviazione “P.S.” Può avere un contenuto simpatico, scherzoso, o invece sottolineare qualcosa cui va data una certa attenzione, che si lascia in fondo e isolato proprio perché non passi inosservato.

Un po’ il “one more thing” nei discorsi di Steve Jobs!

Esiste la possibilità di aggiungere un secondo o addirittura un terzo P.S. (generalmente indicati con gli acronimi P.S.S. post-super-scriptum, e P.P.S. postquam-post-scriptum) ma in realtà ci si limita ad un solo P.S.; tranne Cubo che nei suoi inviti a cena, si serve di tutta una serie di P.S. per dichiarazioni o complimenti aggiuntivi volti a far capitolare la prescelta!

Un’altra parola latina è lapsus, da un verbo latino che significa “scivolare”, “cadere nell’errore”. Il termine è spesso usato in tono scherzoso o ironico per giustificare uno sbaglio, un errore linguistico, dovuto a distrazione o a un atto involontario come ad esempio pronunciare o scrivere un nome invece di un altro (secondo S. Freud e la psicanalisi, tali errori sarebbero spesso dovuti a motivi inconsci che rivelano un impulso in contrasto con ciò che si sarebbe voluto dire o scrivere).
Un’espressione utilizzata in caso di vuoto di memoria, è anche “Ce l’ho sulla punta della lingua“, detta quando si vuole utilizzare una certa parola in un discorso verbale, ma non la si ricorda.

Bene amici, dobbiamo salutarci ma…dulcis in fundo, vogliamo davvero ringraziare tanto il nostro prezioso Kevin che con grande entusiasmo, da nostro ascoltatore è diventato il nuovo traduttore ufficiale del podcast. Grazie Kevin!!!!

P.S. buon ascolto Italiani Veri🎙🇮🇹

 

By Sara

Episodio con sottotitoli e trascrizione disponibile: clicca <qui>

 

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Michela we missed you a lot! And now that you’re back, we want a new episode on Latin terms!

In the meantime, let’s update our listeners on the sex of the unborn child … she is a girl! So Michela, who already has a beautiful boy, Alessandro, three years old, will now have an even “couple” (that is, she will have both a male son and a female daughter).

She only knew it now that she is in her seventh month, because during l’ecografia morfologica (the morphological ultrasound) of the fifth month, in which all the baby’s forms are well seen and in which the sex of the unborn child is usually discovered, the baby had not “shown “! The term morphological derives from the Greek morphos which means form. For the time being, little Alessandro does not seem enthusiastic, but it cannot be said that he remained amorfo (amorphous, without form, without an opinion on something) at the news of the arrival of a little sister … indeed … it seems he is planning to get rid of it! But Michela as an excellent educator is working on it and trusts in the time still available before the happy event for Alessandro to “scenda a più miti consigli” (“come to his senses”) and to please accept the news and give up his stance.

As in the word “amorphous”, the a at the beginning of a word has a privazione (deprivation value), for example the asintomatico (asymptomatic) term means senza sintomi (without symptoms), apatico (apathetic) means senza pathos (without pathos), that is, without passion, without interests, therefore still amorphous.

There is a Latin expression that Cubo often uses: Conditio sine qua non: that is, “condition without which one cannot proceed in an operation” which is the equivalent of the Italian “se e solo se” (“if and only if”). An example? Cubo had found a contest for emerging podcasts in which the winner could access a training course, given that the application was to be submitted in English, Cubo asked Kevin for help, who told him that the contest was reserved for the conductors of color. Being of color is therefore a “conditio sine qua non” therefore Cubo must desist from participating.

A beautiful Latin expression that we use is “dulcis in fundo” literally “the sweet after all”. It derives from the ancient habit of concluding lunch with a dessert, but is used metaphorically to express a beautiful thing that comes to an end, perhaps even unexpectedly or to emphasize that even if what is said is at the end of a speech, it is no less important, indeed, the ending can reserve the best! For example an event, a party that they end up with has a surprise! A little the equivalent of English “last but not least“, that is “ultimo, ma non per importanza” “last, but not in order of importance”.

There is another Latin phrase that has the purpose of sottolineare una cosa importante alla fine di un discorso (underlining an important thing at the end of a speech), used exclusively in writing, is the P.S. (post scriptum post script ie “after writing”): it is a brief addition, a final note, at the end of a letter already signed or, more generally, of any written message, including SMS and e-mail. Normally, the text of the post scriptum is preceded by the abbreviation “P.S.” It can have a nice, playful content, or instead emphasize something that needs to be given some attention, which is left in the background and isolated precisely so that it does not go unnoticed.

Kind of (one more thing) in Steve Jobs’ speeches!

There is the possibility of adding a second or even a third P.S. (generally indicated with the acronyms P.S.S. (post-super-scriptum), and P.P.S. (postquam-post-scriptum) but in reality it is usually limited to one P.S.; except Cubo that in his dinner invitations, he uses a whole series of P.S. for additional declarations or compliments aimed at making the chosen one capitolare (capitulate/give in)!

Another Latin word is lapsus, from a Latin verb which means “to slip”, “to fall into error”. The term is often used in a playful or ironic tone to justify a mistake, a linguistic error, due to distraction or an involuntary act such as pronouncing or writing a name instead of another (according to S. Freud and psychoanalysis, such errors would often be due to unconscious reasons that reveal an impulse in contrast with what one would have wanted to say or write). (Kevin note: In English we call this “a Freudian Slip”). An expression used in the event of a memory lapse is also “Ce l’ho sulla punta della lingua” (“I have it on the tip of my tongue”), said when you want to use a certain word in a verbal speech, but you don’t remember it.

Well friends, we have to say goodbye but … dulcis in fundo (last but not least), we really want to thank our precious Kevin that with great enthusiasm, has gone from being our listener to become the new official translator of the podcasts.Thanks Kevin !!!!

P.S. good listening Italiani Veri🎙🇮🇹

By Kevin (ItalianRocks)

 

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33 – Il latino vero con Michela parte 3

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